Nuova Riveduta:

Numeri 20:6

Allora Mosè e Aaronne si allontanarono dall'assemblea per recarsi all'ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia a terra, e la gloria del SIGNORE apparve loro.

C.E.I.:

Numeri 20:6

Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità per recarsi all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro.

Nuova Diodati:

Numeri 20:6

Allora Mosè ed Aaronne si allontanarono dall'assemblea per recarsi all'ingresso della tenda di convegno e si prostrarono con la faccia a terra; e la gloria dell'Eterno apparve loro.

Riveduta 2020:

Numeri 20:6

Allora Mosè e Aaronne si allontanarono dall'assemblea per recarsi all'ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia a terra, e la gloria dell'Eterno apparve loro.

La Parola è Vita:

Numeri 20:6

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Numeri 20:6

Allora Mosè ed Aaronne s'allontanarono dalla raunanza per recarsi all'ingresso della tenda di convegno; si prostrarono con la faccia in terra, e la gloria dell'Eterno apparve loro.

Ricciotti:

Numeri 20:6

Mosè ed Aronne, congedata la moltitudine, entrarono nel tabernacolo dell'alleanza e gettatisi per terra gridarono al Signore, e dissero: «Signore Iddio, ascolta il grido di questo popolo ed apri a loro il tuo tesoro, una fonte d'acqua viva, acciò si dissetino e cessino dal mormorare». Apparve su loro la gloria del Signore,

Tintori:

Numeri 20:6

Mosè ed Aronne, lasciata la moltitudine, entrarono nel Tabernacolo dell'alleanza e prostratisi bocconi per terra, alzaron la voce al Signore, e dissero: «Signore Dio, ascolta il grido di questo popolo ed apri loro il tuo tesoro, una fonte d'acqua viva, che si dissetino e cessino di mormorare». E la gloria del Signore apparve sopra di essi:

Martini:

Numeri 20:6

E Mosè ed Aronne, rimandata la moltitudine, entraron nel tabernacolo dell'alleanza, e prostrati boccone per terra alzaron le voci dinanzi al Signore, e dissero: Signore Dio, ascolta i clamori di questo popolo, e apri loro i tuoi tesori, una fontana di acqua viva, affinché si dissetino, e abbian fine le loro mormorazioni. E la gloria del Signore si fe' vedere sopra di essi.

Diodati:

Numeri 20:6

Allora Mosè ed Aaronne se ne vennero d'appresso alla raunanza, all'entrata del Tabernacolo della convenenza, e si gittarono in terra sopra le lor facce; e la gloria del Signore apparve loro.

Commentario abbreviato:

Numeri 20:6

Capitolo 20

Il popolo giunge a Sin, mormora per l'acqua, Mosè chiede di colpire la roccia, l'infermità di Mosè e Aronne Num 20:1-13

Agli israeliti viene rifiutato il passaggio attraverso Edom Num 20:14-21

Aronne lascia la carica di sacerdote a Eleazar e muore sul monte Or Num 20:22-29

Versetti 1-13

Dopo trentotto anni di noiosa permanenza nel deserto, gli eserciti di Israele avanzarono di nuovo verso Canaan. Non c'era acqua per la comunità. Viviamo in un mondo di mancanza e, ovunque ci troviamo, dobbiamo aspettarci di incontrare qualcosa che ci metta fuori gioco. È una grande misericordia avere acqua in abbondanza, una misericordia di cui, se ne trovassimo la mancanza, dovremmo riconoscere maggiormente il valore. A questo punto mormorarono contro Mosè e Aronne. Parlarono con lo stesso linguaggio assurdo e brutale dei loro padri. Ciò rendeva ancora più grave il loro crimine: dopo aver sofferto così a lungo per il malcontento e la sfiducia dei loro padri, si arrischiavano a fare gli stessi passi. Mosè deve di nuovo, in nome di Dio, far scaturire l'acqua da una roccia per loro; Dio è in grado come sempre di fornire al suo popolo ciò che gli è necessario. Ma Mosè e Aronne hanno agito male. Si sono presi gran parte della gloria di quest'opera di meraviglia: "Dobbiamo andare a prendere l'acqua?". Come se ciò avvenisse grazie a un qualche potere o valore proprio. Dovevano parlare alla roccia, ma la colpirono. Perciò viene loro imputato di non aver santificato Dio, cioè di non aver dato a lui solo la gloria di questo miracolo che era dovuta al suo nome. E poiché il popolo li provocava, Mosè parlò con le sue labbra in modo sconsiderato. La stessa superbia dell'uomo vorrebbe ancora usurpare l'ufficio del Mediatore designato e diventare per noi stessi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione. Un tale stato di indipendenza peccaminosa, una tale ribellione dell'anima contro il suo Salvatore, la voce di Dio condanna in ogni pagina del Vangelo.

Riferimenti incrociati:

Numeri 20:6

Nu 14:5; 16:4,22,45; Eso 17:4; Gios 7:6; 1Cron 21:16; Sal 109:3,4; Mat 26:39
Nu 12:5; 14:10; 16:19,42; Eso 16:10

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